13 aprile 2021

"Niente ferisce, avvelena, ammala, quanto la delusione."



"Niente ferisce, avvelena, ammala, quanto la delusione."

Sono di Oriana Fallaci queste parole e fanno riflettere. Io parlo del bullismo, perché è una materia che mi colpisce  nel profondo. 
Come tanti, sono stata vittima di bullismo, ma ho scelto di non lasciarmi soffocare dal passato. Anche quando succedeva, riuscivo a stringere i denti, perché c'erano insegnanti che sapevano come gestire i punti di forza degli studenti. Ho imparato cose preziose, mentre il mio zaino veniva rovesciato per le scale, o venivo volontariamente esclusa dai compagni e (soprattutto) dalle compagne. Parlavano male di me e non potevo difendermi, non ne ero in grado. A volte mi sento ancora come una bambolina di porcellana buttata sull'asfalto, dove nessuno la soccorre, ma... Sì, c'è un grosso "ma", perché ho avuto un insegnante di musica che ha creduto in me, una professoressa di matematica che mi ha insegnato più di quello che le ho detto di sapere, il professore di lettere che mi ha mostrato l'amore per la cultura e che questa si trova dovunque la cerchi, se impari a usare gli occhi al momento giusto.

Nella vita niente è facile, ma se ci dimentichiamo di guardare e cercare la luce lontana e fioca, che ci offre la vita, allora perderemo la speranza e non deve mai succedere. 
Per questo, penso alle parole di Oriana Fallaci e nella mia mente si muovono ricordi. Ogni volta che sono stata illusa di essere ammessa nel gruppo della classe e, invece, non era che una presa in giro, mi è stata regalata una delusione prepotente e lacerante. 
Tutti cercano il loro spazio nel gruppo dei pari, perché l'essere umano è un animale sociale, ne ha bisogno, quindi non è sbagliato che la vittima cerchi una strada per essere compresa. 
È sbagliato che i bulli e i testimoni (gli astanti) ignorino le conseguenze dei loro gesti. Sì, perché non empatizzano con la vittiima e rivolgono scherzi di cattivo gusto ridendo della vittima, anziché fare scherzi che facciano ridere anche la vittima. Si parla di inclusione nella scuola, ma la prima forma di educazione la impartiscono i genitori, ricordiamoci sempre che i bambini sono delle "spugne", assorbono e imparano tutto quello che gli adulti mostrano e insegnano loro. 
Ricordiamoci che non è tutto rose e viole nella vita, ma con le rose e le viole ci facciamo un bel bouquet, mentre non perdiamo di vista la luce in fondo al tunnel. 

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Un mondo al contrario


Ci avete mai pensato? A una vita che è un paradosso. 
Non so... Un mondo in cui i pesci nuotano nel cielo e gli uccelli fanno picchiate su fondali marini. 
In cui il leone scappa dalla gazzella e i condor mangiano erbette. 
In cui la disperazione è una leggenda e i sorrisi sono tanto comuni da essere la normalità. 
In cui i confini non ci sono e le differenze culturali sono la punta di diamante della società. 
In cui le malattie non ci sono, perché se l'anima è sana anche il corpo lo è. 
In cui le cure sono baci e sorrisi. 
In cui il lavoro c'è per tutti e nessuno si annoia nel giorno. 
In cui la droga è la stessa vita, di cui mai se ne ha abbastanza. 
In cui i figli ricambiano l'immenso amore dei genitori per loro. 
In cui lelacrime scendono solo dal troppo ridere, o perché ci siamo messi uno sbadato dito nell'occhio. 
In cui i sentimenti sono sereni e non fanno soffrire. 
In cui un bambino può giocare in strada e le caramelle offerte sono solo caramelle. 
In cui io scrivo e le persone leggono con piacere le mie parole. 
In cui i sogni si realizzano e il rispetto si diffonde come una macchia di ottimo olio d'oliva. 

Ci avevate mai pensato?


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8 gennaio 2021

Vandalismo dell'Epifania (USA)


Ho visto le immagini di quello che è successo negli USA il giorno della Befana. Questa non è una pagina di politica, ma di scrittura e lettura, e significa che posso parlare anche di attualità. 
Pensare a questo concetto mi fa ragionare. Su cosa? Muove dentro di me sentimenti contrastanti. 
Ci sono milioni di cittadini degli Stati Uniti d'America e sono convinta che la maggior parte siano brave persone, ma credo che vengano oscurate queste brave persone, da quei vandali che hanno invaso il Campidoglio. Quelle persone non sono rappresentative della nazione, ma sono state definite "speciali" da Donald Trump. 
"Speciali"? Persone che hanno invaso il centro della democrazia sfondando porte e finestre? Speciali in cosa? Per loro Trump ha avuto parole d'affetto, mentre chiedeva loro di smettere. Quale messaggio sta passando alla popolazione e alle menti che si stanno plasmando? 
Questi eventi sono catastrofici. Si parla del presidente uscente di una delle più grandi potenze mondiali, che ha fomentato rabbia e odio per tutto il suo mandato. Cosa c'è di più pericoloso? Niente è più pericoloso di un distributore di odio e paura, che vanno sempre a braccetto nella storia. I totalitarismi sono sempre stati artisti nel fomentare l'odio e nutrire la paura. 
Si penserebbe che dovremmo aver imparato dai nostri errori, invece no. Noi esseri umani non impariamo mai davvero. Per questo esistono persone che ogni dannato giorno si battono perché questi errori non si ripetano inutilmente, c'è chi lo fa diventando attivista, divulgatore, chi si impegna con la propria arte. Libri di chi quelle orribili dittature le ha vissute, sono pubblicati per far aprire gli occhi, per ricordarci che la guerra fra poveri è più facile della rivoluzione della società. Ormai se si sente dire "Grande fratello", la prima cosa che viene in mente è Signorini che presenta i VIP in gara, non i televisori che era vietato spegnere nel romanzo di Orwell, e siamo tutti più schiacciati. 

16 dicembre 2020

La maschera spezzata

Ciao! 

Lo stesso anno che partecipai al concorso che vinsi con I colori dell'amore, avevo partecipato anche con un altro testo: La maschera spezzata. Fu nominata fra le tre opere segnalate del concorso letterario.
Se ne "I colori dell'amore" avevo parlato d'amore adolescenziale, qui avevo dato spazio all'amicizia, una forma d'amore che non è seconda a nessuno. Perché gli amici sono preziosi, sono la famiglia che abbiamo scelto. Perché un amico è un prezioso gioiello.

Lo riporto qui sotto, sperando trasmetta ancora emozioni come ne trasmise nel 2004. Non l'ho modificato, quindi è scritto con le stesse parole della diciassettenne che ero. 
Buona lettura.

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L'amicizia è il sentimento più importante per me. In qualunque situazione, allegra o triste che fosse, lui mi è sempre stato vicino e mi ha sostenuta, è arrivato alle mani per difendermi quando il mio ragazzo esagerò e fu sempre lui a mandarlo via, quando mi vide piangere per le cattiverie che subivo. Non andò mai, però, contro i miei voleri, perché sapeva che il mio silenzio significava che concordavo con lui.
Una sera non si lasciò rintracciare, neppure da me, così sono andata a cercarlo a casa, al bar, al parco urbano e, infine, al parco giochi dove si era isolato. Io mi sono avvicinata piano, aveva le lacrime agli occhi. M'inginocchiai accanto a lui, seduto di fronte allo scivolo. Pareva che non mi avesse vista, allora lo abbracciai e con la coda dell'occhio vidi che le palpebre avevano ceduto alla forza delle lacrime che trattenevano. Mi prese una mano, per dimostrarmi che apprezzava, nel suo dolore, il mio gesto. Non aveva senso fargli domande, non in quel momento, doveva piangere, avrebbe parlato dopo.
Ci volle circa mezz'ora prima che si sentisse pronto e io ero lì ad aspettare. La sua voce tremava stremata, ma parlare era diventato un bisogno troppo grande per non essere soddisfatto immediatamente. Per tutto il tempo mi strinse la mano nella sua, che sudava freddo per le paure che mi stava confessando. Non potevo andarmene, anche se non andando a lavorare rischiavo di perdere il posto... Fu lui a dirmi di andare nonostante tutto. Io non volevo lasciarlo così, quindi gli imposi che sarei andata a lavorare solo se lui fosse tornato a casa promettendomi che vi sarebbe rimasto.
Il mattino successivo era a casa e io lo raggiunsi verso le 10.00. Lui mi accolse alla porta con un inatteso volto sorridente. Una persona che non lo conoscesse non avrebbe notato niente, ma io sapevo... Lo abbracciai appena ebbe chiuso la porta e lui mi strinse tremando. Io non sapevo in che modo effettivamente potevo aiutarlo, così seguivo l'istinto. Ero certa, però, che mai avrei dovuto piangere con lui, finendo con l'invertire i ruoli. In quel momento sapevo solo abbracciarlo, avevo paura di qualunque altra cosa o gesto... Solo allora compresi quanto la nostra amicizia fosse importante per entrambi, sfumata d'affetto e semplicità, complicità e calore... Avrei mai potuto deludere quell'amicizia?
Lui stava male a causa di una persona che, come lui, si celava dietro una maschera di ceramica. La sua, però, si stava frantumando, perché le erano stati inferti troppi colpi. Il mio timore per ciò che gli accadeva nacque da quella frattura, poiché tutti i suoi sentimenti sarebbero usciti come sangue da una ferita, che lo avrebbe fatto morire dissanguato e io speravo di avere l'effetto di una trasfusione...
Dopo qualche tempo tutto tornò alla routine quotidiana, anche lui... Spero con tutto il cuore che non si rompa anche questa nuova maschera di ceramica, perché se lo vedessi soffrire ancora potrebbe cadere la mia...


Un cuore duro, con le crepe intonacate


Sono esaurita, non ho più la capacità di sopportare neanche le piccole cose... Sto cercando di rimettermi in piedi, perché ti amo e voglio che funzioni. Mi dispiace per oggi, ma spiegarti che la tua battuta non mi faceva ridere, bensì del male, era troppo difficile per me. Ti sembra sciocco che sia così difficile? Ti assicuro che quella che per te è stata una battuta, a me ha fatto male e ti ho risposto tanto male quanto dolore ho sentito dentro.
Non è facile per me alzarmi la mattina e decidere che devo sopportare tutto, tutti i giorni per anni. Arriva un giorno in cui la mia testa, senza chiedere se sono d'accordo, decide che non sopporta più niente perché sennò si spezza. E diventa rigida rigida rigida, fino a non lasciare crepe, intonacandole con nuovi atteggiamenti, in modo da far scivolare via tutte le cose che la feriscono.
Adesso sto cercando di fare il contrario, ma non è facile e tu lo sai bene, perché hai fatto una cosa simile. Sai quanto fa male riaprire quelle crepe, perché si ha la folle paura che faranno di nuovo male e nessuno cerca il dolore volontariamente. Quando uno è stato tanto male, sente schiaffi dove ci sono carezze e morsi dove ci sono baci. Ti ho amato per diverso tempo prima di dirtelo e ho aspettato. Aspettare mi ha indurita e ora sto facendo il doppio della fatica a riammorbidirmi.
È più facile mettere l'intonaco in una crepa nel cuore, che toglierlo facendo respirare le ferite mai rimarginate.

Sara

OUAT fanfic: Nei sogni ti troverò. Una vermiglia bolla di sapone


Emma era distrutta, voleva solo dormire. La notte era trascorsa lentamente, gli appostamenti non erano divertenti e una notte intera era stata troppo. Sperava che la sconfitta della Fata Nera le regalasse un po’ di quiete, ma non era stato così. Si trascinò fuori dalla macchina e in casa si versò un bicchiere di rum. Faceva roteare il liquido nel bicchiere e fissava il pavimento. Killian. Pensava sempre a lui. Ormai non sapeva più dove cercarlo. Suo marito. Il suo Vero Amore. Svanito davanti ai suoi occhi in una nube di sabbia. Nessun indizio. Non aveva niente da cui partire. Gli incantesimi di tracciamento non indicavano luoghi, cosa che non aveva senso, perché anche se fosse stato morto avrebbe dovuto rivelare dove fosse il corpo.
Per Emma era peggio che saperlo morto. Questo le faceva male, questa volta la speranza era anche la tortura. Mai aveva vissuto un così grande senso di incertezza. Per tutto il tempo dell'appostamento aveva controllato che il suo solo, vago, sospettato facesse qualcosa di insolito. Aveva ottenuto un frustrante niente. Terribile. Era così la sua vita, terribile in ogni senso del termine. Le cose terribili che le erano capitate le erano pesate, ma le aveva superate. Ora non sapeva come fare. Stava rendendo ogni momento votato solo alla spasmodica ricerca di Killian. Sua madre le dava sostegno e suo padre aveva interrogato ogni abitante di Storybrooke, senza ottenere altro che auguri per le ricerche del genero. Doveva farcela. Doveva trovarlo, loro si trovavano sempre.
Una lacrima scese lungo la sua guancia e buttò il rum giù, d'un solo fiato. Si stese sul divano e si coprì con un panno blu, il colore dell'oceano. Non poteva tornare a dormire in camera finché non fosse tornato Killian. Perché il capitano Killian Jones doveva essere vivo. Il sole stava facendo capolino da dietro la finestra, riflettendosi sul volto di Emma. Non aveva dormito molto, aveva preso sonno solo le prime ore del mattino. Si andò a versare del caffè e si fece una doccia. L'acqua calda neanche la sentiva. Non sentiva più niente. Lo aveva detto ad Archie, andandoci tutti i giorni. Sapeva che non avrebbe retto alla situazione senza aiuto e che Killian avrebbe voluto così. Si rivestì e scese, pronta per riprendere le ricerche. Bussavano alla porta. Emma andò ad aprire e si trovò davanti a Gold.
«Salve, signorina Swan.» la salutò con garbo.
 «Signor Gold, a cosa devo questa visita a domicilio?» chiese neutra lei.
«Forse ho una pista per trovare il pirata.» scandì lui, lentamente. Emma lo fece accomodare in salotto.
«Pare che il passato del capitano Jones sia tornato a tormentarlo.» spiegò lui «La sua fama ha radici molto profonde, ma su diverse cose avevo influito io. Ho cercato nelle strade che ho percorso e mi è tornata in mente una cosa: una giovane era in lacrime e, quando mi ha spiegato cosa le fosse accaduto, le diedi un carillon magico, dal potere di addormentare tutti coloro a cui lei pensava mentre lo teneva in mano. Voleva usarlo per avere un vantaggio sull'uomo che aveva ucciso suo fratello gettandolo in mare. Non mi disse il nome dell'uomo, e potrebbe non essere Capitan Uncino, ma forse dovremmo provare questa strada.» la fissava serio.
«Chi è la ragazza?» chiese Emma, che aveva bevuto con avidità tutte le sue parole.
«Si chiamava, nella Foresta Incantata, Elise. Non so quale sia la sua storia, ma ne vale la pena, secondo me.» rispose quieto Tremotino.
«Qual è stato il prezzo del carillon?» s'informò la Salvatrice.
«La sua voce. Aveva una voce bellissima, pari a quella di una sirena e per i miei traffici era un interessante cimelio.» spiegò lui, nella posa più rilassata che Emma gli avesse visto tenere «Signorina Swan, le ricordo che ero malvagio. Ora non faccio più queste cose, me lo sono imposto per migliorare, per mio figlio e per Belle, ma non posso rinnegare che all'epoca fu un vero affare.»
Emma prese le chiavi della macchina e corse al municipio.
Sua madre l'aspettava là, col Principe Azzurro, entrambi in ansia. Abbracciò prima Biancaneve, poi il padre. Spiegò tutto in fretta ed Henry li raggiunse dopo la scuola. Il libro delle favole, incrociato ai registri di Storybrooke avrebbero dato i loro frutti. Regina era alla cripta con Zelina, incantesimi e magie diverse valevano un tentativo. Biancaneve tolse i fogli dalle mani della figlia e la strinse a sé.
«Troveremo Uncino. Lo troveremo, perché questo fa la nostra famiglia.» le aveva sussurrato all'orecchio.
Emma aveva gli occhi lucidi.
«E se non fosse...» la frase era troppo crudele per pronunciarla.
«No!» disse Henry «No, Uncino è vivo. Ne sono sicuro. Se il nonno e la nonna sanno quando capita qualcosa all'altro, vale anche per te e Uncino. Il Vero Amore, non dimenticarlo, è un sentimento che va oltre la morte.» e abbracciò madre e nonna.
 
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Il vento gli scompigliava i capelli e la vita era libertà allo stato puro. Gli occhi, blu come il mare che si stendeva davanti a lui, fissavano l'orizzonte su cui il sole si stava posando come una vermiglia bolla di sapone.
 «Capitano! Comandi!» un marinaio si era palesato dietro di lui. Il capitano Jones non si voltò neanche.
«Reginald, vai a preparare la nave per la battaglia.» aveva la voce piatta, quasi annoiata.
«Quale battaglia, capitano?» chiese Reginald sbalordito.
«Non lo so spiegare... È una sensazione, come se il mare volesse dirmi di stare attento... Come se fosse una trappola.» non riusciva a staccare gli occhi dall'orizzonte, quasi si aspettasse che il sole sarebbe esploso a contatto col mare. L'inquietudine lo permeava con invadenza.
 «Killian!»
Uncino si voltò di scatto. Una voce di donna lo aveva chiamato? Ma di donne non ce n'erano a bordo! L'ultima donna a salire sulla Jolly Roger era stata Milah, ma lei non c'era più e quella non era la sua voce. Prese la fiaschetta e bevve un buon sorso di rum. L'unico amore che poteva avere un pirata, anzi il secondo, il suo primo amore era la Jolly Roger.
«E tu cos'hai usato?»
«La Jolly Roger, naturalmente.»
Di chi diavolo erano quelle voci che sentiva? Ancora la medesima donna, poi era la sua stessa voce che aveva appena udito? Ma cosa diavolo gli succedeva? Scambiare la Jolly Roger per cosa? No, qualcosa non andava, ma non poteva dirlo all'equipaggio, non sarebbe stato saggio.
 
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«Emma!» la chiamò Regina entrando dalla porta con Zelina alle calcagna.
«Dimmi Regina!» gli occhi grandi guardavano la signora sindaco con tanta speranza.
«Forse possiamo localizzare Uncino, non è un mezzo sicuro, ma si può tentare.» iniziò Regina porgendole una mela «Una variante dell'incantesimo del sonno. In questa versione dormirai e viaggerai nei sogni. Per svegliarti non avrai bisogno del bacio del Vero Amore, ma solo di dire una parola d'ordine che attiverà la chiusura dell'incantesimo.»
«Qual è il prezzo?» chiese Biancaneve «La magia ha sempre un prezzo.»
«L'incantesimo vuole un versamento di tre gocce del sangue della Salvatrice. Funziona solo per te, infatti. Le verserai sulla mela e la mangerai. Dopo noi veglieremo su di te, mentre cerchi tuo marito.» spiegò Regina, sollevando la mela rossa fra loro.
«Killian, ti troverò.» sussurrò Emma fissando il pomo scarlatto. 

7 dicembre 2020

Il paradiso è su Alpha Centauri

N.d.A. Questo testo non è rivolto verso la religione o il credo di qualcuno, è un'analisi buttata sul ridere di quelle che sono persone comunemente chiamate bigotte. Che venga preso per quel che è, cioè un brano che vuole far ridere, con buone intenzioni e nessuna cattiveria o malizia intesa. 
Detto ciò: buona lettura! 

Un tempo, si credeva che la Terra fosse piatta, che il sole girasse attorno alla Terra, che per essere purificati dal male si dovesse pagare il prete, che l'uomo fosse stato generato dalla polvere... Ora sappiamo che la Terra è rotonda, che gira attorno al sole e che si può scegliere di non credere di essere nati dalla polvere, ma potremmo essere l'evoluzione di organismi unicellulari. Torniamo, però, a chi crede. Chi ha questa caratteristica, la fede.

Avere fede ha per le persone significati molto diversi. C'è chi crede in Dio, chi in Allah, chi in Wakan Tanka, chi nella chiesa... chi crede in Dio ritiene che l'importante sia crederci, tutto l'opposto rispetto ai tesserati del suo fan club: ligi cattolici credenti e praticanti... Io non sono che rispettosa nei loro confronti, ma sono loro a non esserlo con me in molti casi. Danno per assiomi dei concetti poco logici, ma che solo chi ha fede può comprendere... come se fosse una malattia del cervello, spacciata per cura. Nella storia, però, ci sono dei profondi buchi neri... dalle teorie più disparate sulla divinità di Gesù, alla scelta delle feste cristiane (natale-festa pagana del sole, quaresima-in base alle fasi lunari...), alla stesura del nuovo testamento... anche nel vecchio non c'è un gran riferimento all'aldilà e questo poteva starci, poiché c'era anche la fantasia e la logica di persone che non sapevano vedere oltre i loro campi arati. Il bisogno di sapere le cose, di capire, portò Adamo e, soprattutto, Eva a mangiare il frutto proibito da Dio... l'albero della conoscenza era loro negato... perché? perché capire è sbagliato? Se è un Dio così aperto a tutti e così buono, perché senza battesimo si finisce nel limbo? perché l'inferno è sotto terra? Perché Dio lanciò Lucifero dal paradiso creando un enorme spirale che portava al centro della terra, ove il povero diavolo (è proprio il caso di dirlo!) è rimasto piantato della vita in giù? Da questa leggenda, perché di leggenda si parla, Dante ha scritto la Divina Commedia. Giustamente il buon Dante si è chiesto: ma se Dio ha fatto un buco conico di quelle dimensioni, dov'è finita tutta la terra? Si è creato la risposta alla domanda: quella terra sbuca dall'altra parte creando una montagna... il purgatorio. Il purgatorio? cos'è? è un nuovo modo di definire il bagno? No, è quella cosa che non è inferno e non è paradiso... è un po' la sala d'aspetto del paradiso... arrivi, c'è la lista d'attesa... San Pietro ti chiama dopo un certo numero di anni... insomma la Salerno-Reggio Calabria dell'aldilà! Poi cosa c'è dopo? Oltre i pianeti e tutte le stelle c'è... rullo di tamburi per cortesia... (niente)... vabbè, fa lo stesso... il paradiso! Un insieme di cerchi concentrici sempre più piccoli, uno dentro l'altro... come una mastodontica matrioska... li ci stanno gli angeli, gli arcangeli... è proprio una piccionaia a tutti gli effetti. Quindi... dopo le stelle... verso Alpha Centauri forse ci sono le indicazioni per arrivarci.

Stando a quello che predicava Gesù, tutti tranquilli, nessuno va né in purgatorio né in all'inferno, perché Dio perdona tutti, quindi diavoli, state attenti... la crisi colpirà anche voi e vi dovrete adattare, perché essere buoni sarà l'unico lavoro che rimane. Forza e coraggio... e polvere! Sì, perché è proprio da lì che veniamo, no? Io che sono allergica agli acari sono allergica a me stessa? Etciù! Sì, forse è così. Siamo tutti allergici a noi stessi... Chi ama solo se stesso, ama il suo male... Un po' di masochismo e via! No, no, il masochismo è peccato! Fermi! Arriva il prete e ci fa ribeccare tutti con la sua acquasantiera da viaggio e la croce in frassino (non si sa mai che ci siano anche vampiri in giro, è pronto ad ogni evenienza!) a dirci che Dio è la nostra salvezza, ma per essere salvati dobbiamo somigliargli, al prete intendo. Lungi da me che ciò accada! Piuttosto chiedo io stessa la mia scomunica!

1 dicembre 2020

Ispirazioni: libri, libri, libri.


Ciao! 

Sì, per scrivere bisogna leggere. Intendo leggere con voracità e voglia di imparare. Saggi, romanzi, articoli di giornali e blog... Tutto quello che leggiamo ci da modo di imparare nuove parole o modi di usarle, perché se lo scultore modella il marmo, lo scrittore fa la stessa identica cosa con le parole. 

La cosa importante, secondo me, è leggere anche testi diversi da quelli a cui ci dedichiamo normalmente, perché dare aria di novità ai nostri scritti è importante. 

Un testo che propone frasi piatte e lette già altrove, annoia e difficilmente il lettore proseguirà nel testo. Per fortuna la fantasia ci guida verso sempre più innovative espressioni della realtà. 

Quali libri hanno aiutato me, aspirante scrittrice fantasy? 

La saga di Harry Potter (J.K. Rowling) 
Per me è una saga profondamente importante, perché l'autrice utilizza immagini evocative che portano il lettore all'interno della storia. 

Altro aspetto che mi ha catturata è la capacità di portare problemi della quotidianità e della società in modo allegorico nel mondo della magia. Un esempio è la figura del bullo, presente con l'ausilio di diversi personaggi, ma anche il problemi enormi che le persone sieropositive devono affrontare, utilizzando la licantropia come specchio per queste situazioni che le portano ad essere abbandonate o additate, discriminandole con solo il pregiudizio come ragione.
Non meno importante la profondità dell'intreccio, che va visto sia per ogni singolo libro che per l'intera saga nel suo insieme.

Il ritratto di Dorian Grey (O. Wilde) 
Chi non ne ha mai sentito parlare? Certo, chi non l'ha visto in un film o un telefilm? Addirittura ci sono opere ispirate a questo personaggio. Perché questo e non altri? 
Perché ci immedesimiamo nel difetto più grande dell'essere umano: non accettare l'inevitabile. 
Non accettiamo mai davvero che il tempo è un despota e che non concede mai a nessuno una proroga. 
Dorian Grey, invece, fa un patto col diavolo e vende la propria anima in cambio di un feticcio, che raccolga i segni del tempo e della sua anima, che col tempo si macchia diventando sempre più nera. 
Perché per me è stato importante? 
Perché qui c'è un fantasy gotico, senza la benché minima traccia di magia. Spesso chi scrive fantasy corre il rischio di ricondurre ogni evento alla magia o a creature mitologiche, ma qui si legge che l'uomo è in grado di essere un mostro, anche senza trasformarsi, e di essere il peggior male per se stesso.


In un milione di piccoli pezzi (J. Frey) 
Un romanzo di formazione, che narra le vicende di un protagonista all'interno di una struttura riabilitativa.
Tutta la narrazione avviene in prima persona, donando al lettore la sensazione di essere in un salotto e sentire la storia raccontata di prima mano dal protagonista. 
I dolori, la ricostruzione dei denti, i dubbi, le amicizie, tutto questo in un testo crudo e mai scontato. 
Leggere questo libro, mi ha dato spunti sul modo di descrivere stati d'animo di personaggi meno sofisticati di un elfo e rendendoli più credibili.


Il codice Da Vinci (D. Brown) 
Cosa dire di quest'opera che ha cambiato il mondo del thriller? Dan Brown ha reso immortale un intreccio condensato in un lasso di tempo breve (pochi giorni), sfruttando un protagonista mai ignorante. 
Di solito il protagonista dei romanzi tende a essere una persona che non sa molte cose, ma le apprende dai personaggi secondari. In questo caso, invece, Robert Langdon è un professore affermato ed è nel suo campo che deve svelare il mistero. A lui va il compito di mettere insieme i pezzi e riorganizzarli per far emergere la verità (che lo scagiona!). 
Le ambientazioni sono affascinanti, dalla romantica Parigi, fino alla Londra caotica, per arrivare, nel finale, di nuovo a Parigi. Le permanenze e i viaggi non sono mai scontati e danno sempre nuovi elementi al lettore.
Un libro che ho mangiato parola per parola e che tengo presente nei miei scritti.


Niente di vero tranne gli occhi (G. Faletti) 
Il compianto Giorgio Faletti ci ha regalato dei romanzi davvero splendidi. Io ho preferito fra tutti "Niente di vero tranne gli occhi". Non scriverò niente della trama, perché non voglio rovinare la sorpresa a chi decidesse di leggerlo. 
Quello più mi ha colpito dello stile di Faletti, è la naturalezza con cui ha portato i vari personaggi sulla scena del suo romanzo. Ognuno ha problemi e punti di forza, entrambi spiegati con parole sapienti e ben calibrate. 
Ha scelto di trattare temi delicati con un tatto che ho ritrovato in poche altre opere e questo gli è valso la mia stima. 

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Questi sono solo una piccola parte dei libri che mi hanno ispirata nei miei racconti. Qual è la vostra lista dei libri ispiratori? 
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12 novembre 2020

Strumenti: il quaderno della grammatica


Ciao! 

Oggi mi cimento nella spiegazione del mio più utile strumento di scrittura: il quaderno della grammatica

O almeno così lo chiamo io. 

Non è un libro di grammatica e ortografia, si tratta di un quaderno in cui raccolgo tutte le mie debolezze dal punto di vista della scrittura. 
Ho alcune figure retoriche, utili quando mi blocco in una descrizione, oppure gli accenti di alcune parole. 
Vediamo alcune delle sezioni presenti nel mio quaderno. 

DIRE E FARE
Le sezioni più importanti, però, sono gli ordinati elenchi dei sinonimi dei verbi "dire" e "fare". Le sfumature di questi verbi hanno il potere di rendere epica una frase, usando parole meno in uso, ma dal suono più calzante che ravvivino il rapimento del lettore. Dire, il verbo generico, può diventare parlare o sussurrare o addirittura gracchiare in alcuni casi. Intanto il verbo fare, può diventare suonare, o cucinare, o anche baciare. Ognuno di questi verbi ci guida in un contesto preciso ed è una grande risorsa per lo scrittore. 

NOMI
I nomi propri sono sempre un dramma per me. Se un abbozzo di trama guizza dalla mia fantasia con facilità, non posso dire lo stesso dei nomi dei personaggi
Per questo motivo, ho creato delle tabelle semplici da cui attingere, una per i nomi maschili e una per quelli femminili. 

FRASI AD EFFETTO
Un'altra sezione utile è quella in cui raccolgo frasi o espressioni che possono ispirarmene di nuove. 
Il plagio mai! Tuttavia, esistono frasi che risvegliano delle sensazioni o emozioni, che possono stimolarci a esprimerci con parole nuove, accostando aggettivi in maniera anche assurda, ma che riescono a trasmettere l'immagine che sta partorendo la fantasia. 

Insomma... 
Non ci sono regole per compilarlo o strutturarlo, ognuno può crearlo a proprio piacere, inserendo le sezioni più utili, qui sotto ti lascio un elenco di idee per dare vita alle sezioni del tuo quaderno. 

. Verbi irregolari
. Accenti
. Parole difficili
. Colori degli occhi
. Colori di capelli
. Romanzi di ispirazione 
. Film di ispirazione 
. Serie tv di ispirazione 
. Luoghi suggestivi
. Errori grammaticali comuni
. (altre idee verranno aggiunte col tempo) 

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5 agosto 2020

I colori dell'amore



I colori dell'amore

Ciao!
Questo brano lo scrissi nell'ormai lontano 2003, quando frequentavo il quarto anno all'Istituto Luigi Einaudi di Ferrara. L'anno successivo partecipai con questo brano a un concorso letterario indetto dalla scuola e lo vinsi. Rileggendolo ho rivisto la mia ingenuità nella scrittura, ma anche una genuinità nelle parole che avevo steso con tanta cura. Ho scelto di pubblicarlo come primo post, perché è stato il brano che ha segnato il mio impegno reale nel voler crescere nelle parole, facendole leggere anche al prossimo. Spero che possiate apprezzarlo, perché il primo passo l'abbiamo compiuto tutti in una direzione ed è sempre coraggioso, il primo passo è sempre quello che fa più paura.

Buona lettura.

Sono in classe, c’è lezione di psicologia, tuttavia non riesco ad ascoltare la spiegazione, perché ti penso. Mi hai rubato la ragione nel momento in cui ho ceduto al tuo amore, al mio cuore… Non ho mai provato un sentimento così forte e, nella pazzia del mio amore, guardo al futuro con un sorriso, vedendo un tramonto limpido e lontano, distante e quasi irraggiungibile. Tu, invece, sei vicino. Quando non ci sei sento la pesantezza del mondo, la mia debolezza che mi intrappola davanti ai problemi, grandi o piccoli che siano. Mi basta pensare che ci vedremo poco dopo per avere la forza di rispondere a chiunque, anche a mio padre.
Da quando ti conosco la mia vita ha preso colore, variopingendo ogni azione, ogni parola, che fino a quel momento era stato un vecchio film muto. Come se, sino ad allora, i colori si fossero nascosti alla mia presenza, ma ora che rifletto la tua luce anche a me vengono mostrati. Quelli freddi e quelli caldi. I freddi, che mai vorrei vedere nei tuoi occhi; mai vorrei vedere i tuoi occhi azzurri pervasi dal ghiaccio dell’odio o dell’indifferenza, dal viola del desiderio di lontananza e dal blu della gelida sera invernale in cui mi vorrai dire quella parola che ho addirittura paura di pronunciare… Vorrei vedere con te tutti i colori caldi che ci sono… Il rosa della tua pelle che mi scalda solo sfiorandomi, il rosso dei tramonti che vedremo in riva al mare, del mio cuore che batte per te del tuo che batte per me. Tutti i colori del mondo, però, non basteranno mai a definire ciò che siamo in tutte le nostre sfumature, calde o fredde che siano.
Hai asciugato le lacrime che versavo per colpa non tua, mia ha stretta al tuo cuore placando il mio tremito intriso di paura, timore e rabbia e mi hai rassicurata. Ho provato il dolore di perderti, quando i tuoi occhi mi hanno guardata con gelido distacco e dalle tue labbra sono uscite parole di disapprovazione e di ira. Dopo una giornata, passata nel terrore di perderti, sei venuto da me col cuore in mano scusandoti.
Allora abbiamo capito che possiamo sopravvivere solo se avanziamo insieme e, nel momento in cui ci lasceremo la mano, sarà la fine di ciò che è e l’inizio di un nuovo film muto in cui non vedrò né i tuoi colori caldi né i tuoi colori freddi, che pur sarei disposta a vedere pur di non iniziare un nuovo film muto… dovendo capire che dovrò risplendere di luce propria, una luce solo mia…
Ti amo e ora è solo a questo che voglio pensare: abbracciami e non pensare nemmeno tu, a niente.


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Spero abbiate gradito,
al prossimo post!

Sara

"Niente ferisce, avvelena, ammala, quanto la delusione."

"Niente ferisce, avvelena, ammala, quanto la delusione." Sono di Oriana Fallaci queste parole e fanno riflettere. Io p...